L’uomo è una specie fluviale. Non ha branchie, non ha pinne, non ha zampe palmate eppure il suo percorso evolutivo è indissolubilmente legato alle acque correnti. I fiumi hanno stimolato la nascita delle città e di società sempre più complesse e strutturate, l’espansione dei commerci e dei trasporti, l’evoluzione tecnologica e delle conoscenze, l’incremento demografico e il miglioramento delle condizioni di vita. In questo testo si ripercorre brevemente la plurimillenaria storia di amicizia tra uomo e fiumi, con capitoli che trattano i diversi aspetti di questo indissolubile e asimmetrico rapporto ed in cui si alternano ricostruzioni storiche, approfondimenti scientifici, aneddoti divertenti ed esperienze personali dell’autore. Non esiste ambiente naturale cui la nostra specie sia più debitrice per il suo progresso. Ancora oggi si stima che la quasi totalità della popolazione umana viva sul bordo dei fiumi o a pochi chilometri da essi. Tuttavia, con l’andare del tempo, il rapporto tra noi e i sistemi fluviali è andato deteriorandosi, eroso e poi sepolto dalla nostra avida irrequietezza, dall’esponenziale crescita demografica e dalla superbia dovuta alle nostre sempre maggiori capacità tecnologiche e scientifiche. In questo periodo di drammatico e rapido cambiamento climatico, con l’inasprirsi delle secche e delle alluvioni, con il deteriorarsi della qualità e della quantità delle acque, la gestione dei fiumi riveste un ruolo di assoluta e primaria importanza. Per questo motivo, ripercorrere la storia del nostro antico rapporto con i fiumi può essere una buona strada per provare a ristabilire con loro quel patto di amicizia che ci ha portato così lontano.