In alcune zone degli oceani, la quantità di microplastica è talmente alta da formare delle isole galleggianti. Queste isole di plastica si sono formate poiché le correnti, con un moto circolare, hanno compattato la plastica giunta in mare dalla terraferma in un’area delimitata. La media è impressionante: si trovano qui più di 3 milioni di frammenti per chilometro quadrato. Le plastiche più abbondanti sono quelle che derivano dai nostri oggetti quotidiani: polietilene, polipropilene, poliamide, cloruro di polivinile, polistirene. Ogni minuto finiscono in mare 300 chilogrammi di plastica, otto milioni di tonnellate all’anno. In superficie c’è solo l’uno per cento del totale, il cinque per cento si spiaggia, il resto si deposita sul fondo. Per oltre il 90 per cento, sono micro e nano-plastiche. Le MP primarie arrivano nelle acque già molto piccole: sono quelle ad esempio contenute in alcuni cosmetici o rilasciate dai lavaggi in lavatrice. Le microplastiche minacciano sempre di più anche i laghi italiani e rappresentano un problema per l’ambiente, per la qualità delle acque, la salute delle persone e per la biodiversità. Il nostro progetto dopo avere effettuato uno studio sperimentale sul recupero delle microplastiche presenti nelle acque del lago Maggiore, si è concentrato sull’abbattimento delle microplastiche derivanti dalle lavatrici domestiche attraverso l’utilizzo di nanoparticelle magnetiche create con diversi processi green a basso costo e a ridotto impatto ambientale. Il recupero delle MP avviene attraverso un filtro tecnologico da applicare sullo scarico delle lavatrici.