Curiosità, intraprendenza e amore per la natura

Eva Mameli Calvino

(Sassari, 1886 – Sanremo,1978)

Inquadramento storico

La sua era un’epoca di grandi cambiamenti e di svolte decisive in ogni settore, dalla scienza all’arte: nel 1905, Albert Einstein iniziò a sviluppare la teoria della relatività, nel 1907, Pablo Picasso dipinse Les demoiselles d’Avignon, opera che determinò un nuovo modo di guardare la realtà, l’esigenza è di mostrare la realtà non come appare, ma nel modo in cui la mente ne percepisce l’apparenza. Il Novecento da lei attraversato fu anche teatro di due guerre mondiali.

Biografia

In questo scenario mondiale in divenire, Eva Mameli nel 1915 diventa la prima donna in Italia a conseguire la libera docenza in botanica.

Eva Mameli, all’anagrafe Giuliana Luigia Evelina Mameli, nacque a Sassari il 12 febbraio 1886 da Giovanni Battista, colonnello dei carabinieri, e Maddalena Cubeddu. In seguito, la famiglia si trasferì a Cagliari, dove Eva frequentò il liceo e poi l’Università, laureandosi in matematica già nel 1905 a soli 19 anni. Successivamente si trasferì a Pavia, si laureò in scienze naturali e, divenuta assistente di botanica, poté dedicarsi agli studi di fisiologia e patologia vegetale che nel 1915 le avrebbero permesso di conseguire, prima donna in Italia, la libera docenza in botanica a soli 29 anni. Arriva la guerra, si arruola come crocerossina e per il suo ammirevole lavoro le vengono conferite due medaglie. Dopo la guerra continua le sue ricerche e ottiene vari riconoscimenti accademici tra cui, nel 1919, un premio per le scienze naturali dell’Accademia nazionale dei Lincei. La sua fama giunse fino a Cuba dove Mario Calvino, eminente agronomo sanremese, dirigeva una Stazione sperimentale agronomica. Tenutosi sempre in contatto con la Società botanica italiana, egli conosceva i lavori di Eva Mameli e, dovendo inserire nel gruppo di lavoro un botanico esperto di genetica per condurre le ricerche sulle piante tropicali, scelse proprio Eva. Venne in Italia per conoscerla, i due si innamorarono, si sposarono e a Cuba iniziarono subito le nuove ricerche. Dopo tre anni, la coppia ebbe il primo figlio, Italo Giovanni, che sarebbe diventato uno fra i maggiori scrittori italiani del XX secolo.
Oltre alle iniziative scientifiche, sull’isola caraibica, che stava attraversando una grave crisi economica, i coniugi avviarono anche iniziative sociali e si prodigarono per migliorare le condizioni di vita dei campesinos e delle loro famiglie, creando scuole professionali, riviste per agricoltori, e attivandosi anche per l’emancipazione femminile. Nel 1925 rientrarono in Italia, dove il marito fu chiamato a dirigere la Stazione sperimentale di Floricoltura di Sanremo, dove si stabilirono portando, per la prima volta nel nostro Paese, alcuni tipi di piante, tra le quali palme, pompelmi e kiwi.
L’anno successivo Eva Mameli vinse il concorso per la cattedra di botanica a Cagliari, che mantenne dal 1926 al 1928 insieme con la direzione dell’orto botanico: due posizioni accademiche di prestigio che nessuna donna aveva fino ad allora ottenuto. A lei l’Orto Botanico di Cagliari deve la rinascita dopo il lungo abbandono dagli anni della Grande Guerra.
Il giardino di Villa Meridiana, la casa sanremese della famiglia Calvino, grazie al lavoro di Eva si trasforma in un lussureggiante luogo di ricerche botaniche, e nel contempo in un rifugio sicuro per gli uccelli.
Sono gli anni della sua attività per la tutela ambientale e la sensibilizzazione e informazione sulla difesa e valorizzazione dell’ambiente naturale, soprattutto nelle scuole, diffondendo quanto oggi definiremmo cultura del verde urbano ai fini di incrementarne e tutelarne la biodiversità.
Durante il periodo della Repubblica di Salò, la famiglia Calvino diede ospitalità ai più autorevoli antifascisti sanremesi nella propria casa, dove si preparò il piano per liberare alcuni prigionieri politici dei tedeschi.
I figli Italo e Floriano, renitenti alla leva dell’esercito di Salò, parteciparono alla Resistenza con i nomi di “Partigiano Santiago” e “Partigiano Floriano”. La reazione fu immediata e spietata: Mario ed Eva, arrestati perché fornissero informazioni sul nascondiglio dei figli, subirono entrambi false fucilazioni. Il marito, sconvolto dalla notizia della falsa fucilazione della moglie, ne restò segnato per il resto della vita.
Nel 1951, dopo la morte del marito, Eva assunse la direzione della Stazione di Floricoltura sanremese. La Liguria le deve lo sviluppo della florovivaistica, in una regione allora povera e in cui si coltivavano solo agrumi, vite e olivo. E si deve ai suoi studi innovativi se Sanremo è oggi nota in tutto il mondo come la città dei fiori.
Fu anche una pioniera in termini ambientalistici con la sua personale battaglia per la protezione degli uccelli e una grande divulgatrice. Assieme al marito fondò l’Associazione Italiana amici dei fiori e la rivista Il Giardino Fiorito e collaborò a varie altre opere di divulgazione.
Morì a Sanremo nel 1978, all’età di 92 anni.