la Mostra

La Scienziata del giorno

In tutti i campi la storia delle donne nella cultura e nella vita civile è una storia di emarginazione e ancora oggi, in Italia e nel mondo, la parità di genere, fortemente condizionata dagli stereotipi, stenta a farsi strada. Fin dalle elementari viene detto alle bambine e ai bambini che ci sono cose da maschi e cose da femmina e, tra le cose da maschi, c’è la scienza e gli scienziati. In questo percorso si parlerà di donne che, pur raggiungendo risultati di primissimo livello in campo scientifico, sono ignorate e sono state ignorate dalla storia culturale dell’umanità.

Il fenomeno del mancato riconoscimento dei risultati delle donne nelle scienze, dello sminuire i loro successi e, al contempo, assegnarli ai colleghi maschi, va sotto l’espressione “effetto Matilda”, coniata dalla storica della scienza Margaret W. Rossiter nel 1993 che, studiando biografie e fatti storici, si accorse che esistevano decine e decine di storie di studiose che a partire dall’antichità erano state sistematicamente escluse dalla storia della scienza 1. Ed è questa “invisibilità” ad aver fatto passare l’idea ancora oggi molto radicata che la scienza sia una cosa da uomini.

Per dare visibilità ad alcune di queste scienziate, nel 2023, abbiamo pensato di dedicare ogni giornata del Cagliari FestivalScienza a una di loro. All’apertura dei lavori, la scienziata del giorno è stata presentata al pubblico presente e ne sono state messe in luce le difficoltà incontrate per motivazioni di genere e superate con orgoglio e determinazione. I totem illustrativi hanno costituito una mostra itinerante di successo.

1 La denominazione Matilda viene da Matilda Joslyn Gage, attivista americana per i diritti delle donne, che nel 1870 pubblicò il saggio “Women as Inventor” in cui per prima raccontava come diverse scoperte scientifiche e invenzioni fossero il risultato del lavoro di donne rimaste nell’anonimato.

MARIE ANNE PIERRETTE PAULZE LAVOISIER

[Montbrison, 1758 – Parigi, 1836] Chimica francese, ha collaborato attivamente agli esperimenti del marito, il chimico Antoine Lavoisier e, con i suoi appunti e i disegni degli apparati sperimentali utilizzati contribuì a far capire ai suoi contemporanei i suoi metodi e i suoi risultati. In seguito, continuò a divulgarne le opere e a recuperare le note e gli strumenti di laboratorio.

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MARYAM MIRZAKHANI

[Teheran, 1977 – Stanford, 2017] Matematica iraniana, ha svolto prevalentemente la ricerca nell’ambito della geometria. Professoressa di matematica alla Stanford University dal 2008, nel 2014 è stata la prima donna a vincere la Medaglia Fields, oltre che la prima persona di cittadinanza iraniana a ricevere tale riconoscimento.

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EVA MAMELI CALVINO

[Sassari, 1886 – Sanremo,1978] Botanica e naturalista, è stata prima donna in Italia a ottenere la libera docenza in botanica, nel 1915, all’università di Cagliari. Dal 1926 al 1929 ha diretto l’Orto botanico dell’Università di Cagliari, per tornare poi a svolgere attività di ricerca presso la Stazione sperimentale di floricoltura di Sanremo. Medaglia d’argento al merito della Croce Rossa Italiana e Medaglia di bronzo al valor civile.

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CHIEN-SHIUNG WU

[Shangai, 1912 – New York, 1997] Fisica cinese, ha svolto la sua attività di ricerca prevalentemente negli Stati Uniti. Ha partecipato al progetto Manhattan ed è stata tra le prime donne a occupare un posto di rilievo nel panorama della fisica mondiale del Novecento. Fu la prima vincitrice del Premio Wolf per la fisica nel 1978, per aver condotto l’esperimento che porta il suo nome.

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LUCIANA NISSIM MOMIGLIANO

[Torino, 1919 – Milano, 1998] Pediatra, psicoanalista, partigiana ed ex-deportata dai campi di concentramento nazisti. Nonostante fosse di famiglia ebrea, riuscì a laurearsi in Medicina nel 1943, in quanto le leggi razziali fasciste permettevano a quanti fossero già iscritti di completare gli studi universitari. Grazie alla laurea in medicina riuscì a sopravvivere ai campi di concentramento dove era internata.

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WANGARI MUTA MAATHAI

[Ihithe, 1940 – Nairobi, 2011] Ambientalista e attivista keniota. Nel 2004 è stata la prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la pace. È stata parlamentare keniota e Assistente Ministro per l’Ambiente e le Risorse Naturali nel governo del presidente Mwai Kibaki, fra il gennaio 2003 e il novembre 2005.

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Irène Joliot Curie

Una famiglia per la scienza e l’impegno politico Irène Joliot Curie Parigi, 1897 – Parigi, 1956 Premio Nobel per la Chimica, 1935: “In riconoscimento della sintesi di nuovi elementi radioattivi”. Condivide il premio col marito Frédéric Joliot col quale lavora all’Istituto del Radio fondato dalla madre e col quale fa gli esperimenti che porteranno alla scoperta della radioattività artificiale. Così come il marito svolge attività politica contro il fascismo e le disparità di genere.

La scienziata del giorno